I mille giorni del Fenomeno del Bardolino

Quasi mille giorni, 967 per l'esattezza, separano due date significative per la denominazione del Bardolino DOC: 14 luglio 2007 e 7 marzo 2010.

Il 14 luglio 2007 segna la nascita del blog BarDoc, autore Angelo Peretti, giornalista enogastronomico veronese e gardesano. Scrive Peretti nel post di apertura:

"Già, un blog per il Bardolino. Il vino, intendo. Rosso. Doc.
Diciamo che non se la sta passando benissimo. Non è trendy.
Eppure...
Eppure è una denominazione storica.
Eppure proviene da un'area, la sponda veronese del lago di Garda, bellissima.
Eppure è fruttato e beverino, esattamente quel che il pubblico oggi chiede.
Eppure non ha alte gradazioni, ed anche questa è una richiesta del consumatore d'oggi.
Eppure è figlio di un vitigno di successo, la corvina.
Eppure ha prezzi contenuti, e sarebbe un altro motivo di appeal.
Eppure ci sono bottiglie che hanno carattere e personalità.
Allora che cos'è che non va?
Perché il Bardolino non ha reputazione?"

Bardolino Lazise 2010 Passano pochi mesi, Giorgio Tommasi diventa presidente del Consorzio Tutela Vino Bardolino DOC [cliente di Fermenti Digitali, co-brand di consulenza dell'autore di questo blog] e subito dopo Angelo Peretti assume la responsabilità di marketing e comunicazione del Consorzio. E siamo al 7 marzo 2010, l'altro ieri, giorno del Banco d'Assaggio del Bardolino e del Chiaretto 2009. Ancora Angelo Peretti:

“Bardolino e Chiaretto hanno fatto registrare negli ultimi anni un record di vendite storico: il primo si attesta sui 22 milioni di bottiglie l'anno, il secondo sui 10 milioni. Sono numeri anticrisi che dimostrano la volontà di produttori e amministratori di rilanciare i prodotti locali e il turismo enogastronomico".

Quasi mille giorni per invertire la tendenza.

Certo, il livello di attenzione è massimo, la crisi economica permane, questioni strutturali della denominazione vanno risolte, forse il Bardolino non è proprio ancora trendy, ma si respira un'aria diversa sulla sponda orientale del Lago di Garda. L'avventura iniziata da un piccolo blog - non dimenticatevene mai, per favore - trova dopo mille giorni uno sbocco positivo, insieme al mio ininfluente ma sentito riconoscimento. Bravi tutti: Consorzio e produttori.

Questi ultimi sembra stiano cogliendo il vento diverso, i prodotti cominciano ad allinearsi a quella tipicità che si era persa per strada nel periodo della crisi di identità più profonda.

Il Bardolino è l'anti-vinone, anzi è meglio dire il "vinino" per eccellenza: quella categoria che annovera i buoni vini della cultura enogastronomica italiana, così capaci di accompagnare il nostro stile di vita, così abili nel fondersi con i nostri cibi e le nostre abitudini più invidiate al mondo.

Aristide ne ha degustati un bel po' nel bello spazio (accesso Internet con wi-fi acceso!) allestito per la stampa nella Dogana Veneta di Lazise. Una prima sensazione che riporto è la quasi scomparsa dei Bardolino rosso scuro che ancora l'anno scorso visivamente si stagliavano sul tavolo di degustazione. Caspita se sono veloci nel Bardolino ad adeguarsi. Molto bene.

Abbiamo spaziato tra molti vini ancora "instabili", essendo ancora campioni di vasca o in corso di imbottigliamento. Molte riduzioni e immaturità: un paio di mesi di pazienza ancora e molti saranno assestati.

Manca una classificazione di territorio a fini "non editoriali" (in Italia si fanno le zonazioni per stampare libri, non per vendere il vino!). In attesa che quella attuata diventi uno strumento di marketing, occorre tener presente che l'area di produzione è lunga circa 25 km e larga circa 12. Si va dal nord più temperato e "magro" al sud delle colline moreniche quasi al confine con la provincia di Mantova. Dai ghiaioni dell'era glaciale alle morene post-glaciali impastate con argille.

Ecco alcuni riferimenti soggettivamente interessanti tra gli spumanti di Bardolino Chiaretto:

  • Tenuta San Leone, Bardolino Chiaretto Spumante
  • Costadoro, Bardolino Chiaretto Spumante
  • Cantina di Castelnuovo del Garda, Bardolino Chiaretto Spumante Brut [azienda cliente]

Molti nomi eccellenti del Bardolino come Le Fraghe, Vigne di San Pietro o Cavalchina ancora instabili, ma volentieri rivedibili a breve. Ed ecco i miei soggettivamente preferiti:

  • Monte del Frà, Bardolino 2009
    Già in bottiglia, tra i più pronti del lotto, ricco di struttura quasi al limite di rassomigliare al "cugino" Valpolicella Classico, ma siamo al sud della denominazione.
  • Giovanna Tantini, Bardolino 2009
    Già in bottiglia, altro "campione del sud" della denominazione, dotato di una piacevole speziatura.
  • Raval, Bardolino 2009
    Anch'esso già in bottiglia, vero "campione del nord", magro, elegante, fine, tipicissimo, una riconferma dopo la bella impressione del 2008.
  • Cantina di Castelnuovo del Garda, Bardolino Vintage 2008
    Ecco la "chicca" che viene dal passato, quando nel Bardolino il disciplinare ammetteva la presenza di uva Garganega, ampiamente presente nell'areale del Bardolino. Un "old-style-vinino", campione di bevibilità, fortemente voluto da Giorgio Tommasi, presentato qui dopo l'anteprima-test dell'anno scorso.

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