Anti-crisi: Chianti Classico adotta la misura del "blocage"

Non credo serva commentare più di tanto la misura "straordinaria" adottata dal Consorzio del Chianti Classico. Si chiama "blocage", o "réserve qualitative" (sofisticato eufemismo!) come la chiamano nella Champagne francese. E' una misura di stabilizzazione prevista dall’articolo 67 del regolamento CE n. 479/2008 (l'OCM Vino, in pratica). Si sostanzia nel "tenere in cantina il 20% del vino prodotto per mantenere competitivi i prezzi", a fronte di una vendemmia 2009 che sembra promettere una buona qualità.

Insomma, la crisi economica riuscirà - obtorto collo - ad allungare l'affinamento dei vini in botte o già in bottiglia. Per noi consumatori non è una notizia negativa. Per i produttori si traduce in una temporanea crisi di liquidità, a causa dell'immobilizzazione del magazzino, alla quale speriamo provveda in qualche modo il sistema bancario.

A seguire il comunicato stampa.

IL CONSORZIO DEL CHIANTI CLASSICO - PRIMO IN ITALIA - ADOTTA IL “BLOCAGE” COME MISURA ANTICRISI ALTERNATIVA ALL’ABBASSAMENTO DELLE RESE PER NON PERDERE PARTE DI UNA PRODUZIONE 2009 CHE SI ANNUNCIA DI ALTA QUALITÀ

Il Consorzio del Chianti Classico è la prima denominazione italiana a scegliere una via alternativa all’abbassamento delle rese per contrastare la crisi. All’insegna dell’ottimismo, in attesa della ripresa economica, e per non rinunciare a parte dell’annata 2009, che, in linea con le ultime cinque vendemmie, si preannuncia di alta qualità, il Consiglio di Amministrazione ha scelto la via del “blocage”, ovvero di tenere in cantina il 20% del vino prodotto per mantenere competitivi i prezzi. Si tratta di una misura di stabilizzazione, prevista dall’articolo 67 del regolamento Ce n. 479/2008 (nuova Ocm vino), già adottata in passato da altre zone vitivinicole europee e in particolare dallo Champagne, che prevede la regolazione dell’offerta attraverso una riduzione temporanea del prodotto di annata da immettere sul mercato, in modo da non comprometterne le quotazioni.

Per il Chianti Classico, come per altre denominazioni, il calo della domanda si è riflesso anche sui prezzi delle contrattazioni del vino sfuso. Per fronteggiare questa situazione e limitare l’eccessivo abbassamento delle quotazioni di mercato del Chianti Classico sfuso, salvaguardando la redditività del prodotto, il Consorzio di tutela ha optato per una misura innovativa per il comparto vinicolo italiano. In attesa di una ripresa globale dell’economia e, di conseguenza, di prezzi di mercato più remunerativi, il cda del Consorzio ha infatti deciso di ridurre l’immissione di Chianti Classico sfuso sul mercato già a partire dalla prossima campagna vendemmiale.

“La crisi finanziaria, unitamente al cambio euro/dollaro per noi particolarmente svantaggioso, ci ha imposto una riflessione su quali strumenti adottare per stabilizzare il mercato - spiega il Presidente del Consorzio, Marco Pallanti - a nostro vantaggio abbiamo le ultime cinque annate, dal 2004 al 2008, che hanno regalato al Chianti Classico delle vendemmie di ottima qualità e l’andamento climatico di quest’anno ci fa prevedere anche un 2009 in linea con le annate precedenti.

Proprio per questo motivo il cda del Consorzio del Vino Chianti Classico ha deciso di non optare per una riduzione delle rese, che prevede una perdita tout court di prodotto, ma ha voluto comunque intervenire in difesa del proprio mercato”. 
Lo strumento del blocco delle vendite riguarderà il 20% della produzione di Chianti Classico 2009 che non potrà essere commercializzata, e quindi dovrà rimanere presso il produttore per un periodo di 24 mesi a partire dalla data della delibera regionale. Il “blocage” sarà tuttavia uno strumento flessibile poiché il Consorzio, in quanto soggetto proponente, potrà in qualsiasi momento, anche prima della scadenza dei due anni, chiederne la cessazione totale e parziale.

“Questa misura comporta naturalmente uno sforzo economico da parte di tutti i produttori - conclude Pallanti - sforzo che potrebbe in alcuni casi risultare particolarmente oneroso se non venisse sostenuto dall’intervento del sistema bancario a copertura della mancata liquidità derivante dall’immobilizzazione del prodotto. Per questo motivo il Consorzio si è attivato per trovare presso i migliori istituti di credito operanti sul territorio vantaggiose forme di finanziamento al fine di sostenere i costi di stoccaggio di ciascuna azienda. A mio avviso questo rappresenta un buon esempio di come un positivo rapporto tra banche e imprese possa contribuire allo sviluppo della nostra economia, specialmente nei momenti più difficili”.

La Regione Toscana si è dichiarata disponibile a mettere a punto in tempi rapidissimi uno strumento legislativo per l’applicazione del provvedimento.

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