Aristide torna dagli USA: e questa è già una notizia

Oyster_bar_nyc_hall Fine della vacanza. Cominciamo il racconto dalla fine. Ostriche fritte, salsa tartara e french fries, accompagnate da un bicchiere di Sauvignon Blanc Auntsfield "Long Cow" 2005 da Malborough, Nuova Zelanda. Eccolo il gran finale che, nella sua semplicità, chiude dodici giorni di viaggio di Aristide negli USA. Siamo a New York City, all'Oyster Bar and Restaurant, nelle sale sotterranee della Grand Central Station (42a Strada & Vanderbilt Avenue). Sissignori: l'ultimo pranzo a New York lo facciamo in una stazione ferroviaria. Inconcepibile per noi italiani? E' il fascino del Nuovo Mondo, bellezza.

Oyster_bar_nyc Un ristorante strepitoso in una stazione ferroviaria. E' qui dal 1913, quando nacque la grande stazione nel cuore di Manhattan. Pranziamo al bancone (at the counter), molto più suggestivo ed economico dei numerosi tavoli. Sono attratto dal tabellone di fronte a me: indica trentadue tipi di ostriche tra i quali scegliere, fresche fresche dai quattro angoli e oltre del Nord-America, con nomi suggestivi come Yaquina (Oregon), Martha's Vineyard (Massachussets), Chincoteague (Virginia), Bras d'Or (Nova Scotia), Ship's Point (British Columbia), North Haven (Maine), Meximoto (Baja, Mexico). E poi aragoste, astici, granchi, crostacei vari, ecc.
Mi immagino da quali panorami marini remoti possano arrivare, alcuni li ho pure ammirati in California pochi giorni prima.
Chi pensa che negli USA si mangi solo carne assai buona, deve fare un salto all'Oyster Bar: non è un ristorante fighetto come tanti a New York, non è esteticamente gratificante, non è arredato da interior designer alla moda, ma offre un'impressionante gamma di scelta di pesci, molluschi e crostacei, quanto di meglio possano offrire i due grandi oceani che bagnano l'America.

E la carta dei vini: circa duecento etichette di tutte le tipologie e provenienze, un buon terzo anche disponibili alla mescita in bicchiere. Dal 1913 è così, ormai l'Oyster Bar è un pezzo importante della storia "americana" del food&wine, nonchè della tradizione di questa meravigliosa metropoli. Prima ancora della pacifica invasione dell'eno-gastronomia italiana e francese, a New York c'era già dal 1913 un ristorante che proponeva ottimi vini al bicchiere con grande scelta di ottimo seafood. Imbarazzante? Ecco il prezzo: il piatto di cui sopra a $17 (grande porzione), il bicchiere di vino a $8, aggiungete il dessert e l'immancabile mancia, fanno circa $35, €23,80 al cambio di oggi.

E' il nuovo mondo, bellezza...

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Le foto di questo post:
- una vista parziale della grande hall del Oyster Bar, tratto da Eater.com [foto di Kalina Archive];
- il tabellone delle specialità fresche disponibili, [foto di Michael Stern, Roadfood.com]

Un ringraziamento particolare agli amici Benedetto Cico (per la segnalazione) e Alessadro Nunziante (per aver particolarmente insistito ad andarci...).

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