Tutti i colori del bianco

Chiostrodownvert800Intenso week-end a Monteforte d'Alpone. Intendiamoci amici miei, non parlo di intensità nel senso della fatica, ma delle emozioni.

Si trattava della manifestazione “Tutti i colori del Bianco”, svoltasi nel suggestivo Palazzo Vescovile di Monteforte d’Alpone (Verona).
Il Consorzio di Tutela Vini Soave e Recioto di Soave, organizzatore della manifestazione, ci comunica numeri notevoli circa la seconda edizione dell’evento dedicato al vino bianco italiano: "oltre 2500 bottiglie provenienti da tutta Italia, coinvolte tutte le regioni della penisola, 150 le aziende italiane presenti, 35 i territori a denominazione rappresentati, 300 i vini selezionati, oltre 100 i vini Soave in assaggio, più di 80 giornalisti accreditati".

L’evento principale è stato “100 bianchi super star d’Italia” in doppio assaggio: ognuna delle cantine partecipanti ha messo in assaggio lo stesso vino prodotto in due annate differenti, con una parata di vini bianchi al top di gamma dell’annata in commercio a maggio, accompagnata dallo stesso vino non più recente dell’annata 2002.Chiostrotop800
A latere, si è tenuta la degustazione “Le Stagioni del Soave in 10 Vendemmie”, una verticale per mettere in rassegna dieci diverse rappresentazioni del vitigno Garganega. Poi, “Bollicine Old Fashion” con 10 spumanti classici millesimati in assaggio in una degustazione pubblica che prevedeva l’annata in commercio e una di almeno 10 anni. Infine, un evento riservato ai giornalisti (e wine blogger, per fortuna!): la degustazione “Formidabili quegli anni”, un interessante pomeriggio dedicato interamente a 16 vini bianchi dai 10 anni in sù.

Parlavo di emozioni all'inizio di questo post. Ebbene, si è trattato della felice conferma che il vino italiano può tranquillamente confrontarsi con la grande tradizione francese dei vini bianchi longevi. Gli esiti delle due degustazioni alle quali ha partecipato Aristide non lasciano dubbi. Non sempre i nostri vini bianchi mantengono quell'eleganza che così spesso distingue tanti vini d'oltralpe, in particolare quelli prodotti in Alsazia e Loira, ma la prova dell'invecchiamento oltre i 10 anni è ampiamente superata. Viva!

Questi i vini della degustazione "Formidabili quegli anni", un'occasione della quale vorrei dare merito al giornalista Bruno Donati ed agli organizzatori. Degustare sedici bianchi italiani, così ben distribuiti negli anni (dal 1997 al 1981) e per area geografica è stata un'esperienza di grande interesse:

  • Livio Felluga, Terre Alte Colli Orientali del Friuli DOC 1997
  • Orsolani, Vignot Erbaluce, Erbaluce di Caluso DOC 1997
  • Suavia, Soave Classico DOC 1997
  • Garofoli, Podium Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC 1997
  • Villa, Marengo Terre di Franciacorta 1996
  • Benanti, Pietramarina Etna Superiore 1996
    Caricante, super-autoctono siculo, da vigneti in alta quota sui fianchi dell'Etna. Senz'altro il vino che più si è fatto notare in questo lotto già molto valido. Osserva cavallerescamente Silvio Jermann: "il vino dai tratti più nordici è questo Pietramarina dell'Etna!". Come non concordare?
  • Zenato, Lugana Selezione Sergio Zenato, Lugana DOC 1996
  • La Scolca, Gavi dei Gavi 1995
  • Drei Donà, Il Tornese Chardonnay, IGT Forlì 1995
  • Gini, Contrada Salvarenza, Soave DOC 1995
  • Dominio di Bagnoli, S. Lorenzo Bagnoli DOC 1995
  • Jermann, Vintage Tunina, IGT Bianco Venezia Giulia 1995
    Assai buono questo IGT friulano, ancora assai fresco e godibile a dispetto dei 12 anni. Infanzia nell'acciaio, stile tipico del suo produttore. Complimenti.
  • Lupi, Vignamare Pigato, IGT Colline Savonesi 1994
    Un altro IGT, questa volta ligure, da quella bella persona e vignaiolo che è Tommaso Lupi. Mi fa assai piacere che un Pigato faccia ancora una gran bella figura al cospetto degli anni e di cotali vitigni blasonati. Complimenti davvero.
  • Massa, Costa del Vento Colli Tortonesi DOC 1992
  • Folonari, Cabreo La Pietra Chardonnay IGT Toscana 1987
  • Pojer e Sandri, Palai Müller Thurgau IGT Dolomiti 1981
    La vera sorpresa dell'evento. Non ho mai avuto grande considerazione per i vini da uve Müller Thurgau. Lo ammette anche Mario Pojer, eclettico enologo trentino (a breve una sua intervista in video, qui su Aristide): spesso questi vini vengono considerati come vini minori. Dopo 26 anni questo Palai ha ancora una stupefacente acidità, con una trama aromatica godibile, insospettata in tanto M.T. più giovani. Grazie a Mario Pojer per questa bella scoperta!

E questi sono i Soave che hanno raccontato l'evoluzione di questa denominazione attraverso le ultime dieci vendemmie. Prima mi sia concessa una nota: mi chiedo cosa stiano ancora aspettando a Soave nel completare la definizione delle zone dei cru, cioè dei terreni da qualificare in etichetta. Forza amici di Soave, un ultimo sforzo: avete la denominazione geografica comunale, avete 40 potenziali cru di cui 25 già belli evidenti e conosciuti, avete il terroir integro ed il paesaggio assai meglio conservato della Valpolicella. Cosa aspettate?

  • Balestri Valda, Soave DOC Classico 2006
    Da Garganega e Trebbiano, molto profumato e fruttato, con un finale un po' amaro. Che sia terroir? Verificheremo presto visitando la cantina dell'amica wine blogger Laura Rizzotto alias Val.
  • Cantina di Soave, Castelcerino Soave Superiore DOCG Classico 2005
    La Medaglia d'Oro del Vinitaly 2007, senz'altro un buon prodotto da Garganega e Trebbiano, ma, personalmente, non lo trovo entusiasmante. Corretto, pulito, ma senz'anima. Lo lasciamo invecchiare e poi se ne riparla.
  • Cà Rugate, Monte Fiorentine Soave DOC Classico 2004
    Garganega 100% (è questo il blend che di solito Aristide preferisce nel Soave!), proviene da uno dei potenziali "Grand Cru" del Soave, nella frazione di Brognoligo, pochi passi da Monteforte d'Alpone. Solo acciaio, equilibrato in tutte le componenti. Senza dubbio, per Aristide, il miglior Soave di questa degustazione. Complimenti a Michele Tessari.
  • Montresor, Capitel Alto Soave DOC Classico 2003
  • Cantina del Castello, Pressoni Soave DOC Classico 2002
  • Suavia, Le Rive Soave Classico Superiore 2001
    Garganega 100% (!), il vigneto "Le Rive" è un impianto a "pergola veronese tradizionale" (no Guyot, please?), su un terreno "di origine vulcanica, substrato basaltico, tessitura franco argillosa" a 280 m. s.l.m. Minerale! direte voi. Forse, ma la fermentazione e maturazione in barrique franciose per 12 mesi limita un po' l'esperienza del "minerale". In ogni caso, uno dei migliori della giornata. Quindi, assolto.
  • Prà, Colle S.Antonio Soave Classico Superiore 2000
    Quasi come sopra. Garganega 100%, pergola veronese su un ex vulcano, ma a quota un po' più bassa (150 m. s.l.m.), afflitto leggermente dall'opera della barrique. Buono, quindi assolto.
  • Fasoli, Pieve Vecchia Soave DOC 1999
  • Inama, Vigneti di Foscarino Soave Classico Superiore 1998
    Garganega 100%, pergola veronese in quel cru di Monte Foscarino (Monteforte d'Alpone). Ha tutti i tratti dei vini di Inama, uno stile che con l'abitudine si riconosce facilmente. Non sono vini mai facili: questo è complesso, ricco di note "affumicate". Ed è un 1998.
  • Coffele Alberto, Soave DOC Classico 1997
    Siamo al decimo anno. Ancora Garganega 100%, da un altro cru notevole come il Castelcerino. Degli altri sopra descritti ha il "vulcano" sotto i piedi, la pergola. Per il resto solo acciaio, e una gran bella acidità che lo mantiene fresco e bevibile come avesse due o tre anni soltanto. Complimenti.
  • Cantina di Monteforte, Il Vicario Soave DOC Classico 1997

più questi due vini-bonus:

  • Gini, Contrada Salvarenza Soave DOC 1990
    La prima vendemmia del Salvarenza messa in bottiglia da Sandro Gini. Ancora integro, bevibilissimo, un vero fuoriclasse.
  • Bertani, Le Lave Soave Classico Superiore 1990
    Un'altra testimonianza storica, oggi Le Lave è un IGT, pesantemente caratterizzato dal legno nuovo, mentre l'erede odierno di quel Soave si chiama Sereole. Il 1990 è ancora assai interessante e, guarda caso, all'epoca vinificato tutto in acciaio.

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Le foto di questo post:
- due viste panoramiche del chiostro del Palazzo Vescovile di Monteforte d'Alpone, sede delle degustazioni e del talk show condotto da Bruno Donati.

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