Una settimana da ricordare

Credetemi. Esausto ma felice, questa settimana il vostro Aristide è rimbalzato come una pallina da ping-pong da una parte all'altra della pianura Padana. Incurante della nebbia e degli orari notturni, nonostante gli impegni del proprio lavoro diurno, il qui presente ha inanellato una serie di serate in compagnia di vini interessanti e di vecchi e nuovi amici. Nulla di eccezionale, direte voi. Mi par di udire già una vocina: "ad un professionista del settore sai quante di queste settimane gli tocca fare in un anno?" Si, è vero, ma Aristide professionista non è, è solo un modesto appassionato. Molto appassionato, direte voi. Ve lo concedo. Questa settimana, che forse non è stata nemmeno la prima nè sarà l'ultima, merita qualche riflessione. Professionisti o no, credo che la comune passione che lega molti di noi e voi al mondo del vino, meriti una piccola pausa, giusto per essere consapevoli di alcune cose che ci accadono, mentre rimbalziamo come palline da ping-pong nella nebbia padana di una notte qualunque.

Osterie Moderne e Amarone

La ricerca della consapevolezza di questa settimana comincia dal lunedì, il luogo è Osterie Moderne, un'osteria "poli-funzionale" (cioè: pizzeria, ristorante, wine bar, cantina, eno-shop) in una cascina rurale dalle parti di S.Andrea di Campodarsego, provincia di Padova. Il titolo della serata-degustazione? "Amarone". Tredici Amarone presentati con una formula semplice e accattivante. Bottiglie sistemate su un lungo tavolo presidiato dagli assistenti del locale, compreso il titolare Luca Olivan, degustazione libera, non assistita quindi da sommelier o agenti di vendita sussiegosi, ottimo supporto cartaceo di schede descrittive dei 13 vini, comprensivo di cenni storici e informazioni generali sull'Amarone. Ai tavoli delle due ampie sale si poteva ordinare la cena da un menu preparato per l'occasione. E le due sale erano stracolme di appassionati (dilettanti e no): amici miei, l'Amarone riscuote sempre un grande interesse. Abbondante il vino a disposizione degli avventori, quindi un grazie e complimenti alle molto valide aziende presenti. In ordine di numerazione dei vini: Borgo Rocca Sveva Cantina Soave, Tedeschi, Santi, Villa Spinosa, Zenato, Allegrini, Tenuta Sant'Antonio, Brigaldara, Le Ragose, Stefano Accordini, Corte S.Alda, Viviani, Tommaso Bussola.

I preferiti di Aristide?

  • Allegrini Amarone 2001, in vendita a € 39,90 per la sola serata
  • Corte S.Alda Amarone 2001, in vendita a € 39,20 per la sola serata
  • Stefano Accordini Amarone Classico Acinatico 2003, , il migliore degli "acerbi" 2003 (ben 6 presenti al banco), in vendita a € 33,60 per la sola serata

Come avrete notato, tutti i vini erano pure disponibili all'acquisto a prezzi particolari. Al tavolo di Aristide Stefano Franceschi, un collega di "lavoro diurno" al quale devo particolare riconoscenza per la segnalazione della serata; Carlo Salvagnin, architetto a Padova e vignaiolo in Friuli a Borgo Cortello di Pavia di Udine (UD), orgoglioso portatore del suo primo vino prodotto e appena imbottigliato: si chiama Cortello, Refosco 2004; sopraggiunte in seguito due "Madame del Vino" (in concomitanza dell'arrivo di una "secchia" di cioccolata fondente fusa con biscottini): Marinella Camerani (proprio lei, l'anima di Corte S.Alda) e Matilde Poggi (proprio lei, l'anima di Le Fraghe). Che serata! Un caro collega che si è totalmente astenuto dal parlare di lavoro a tavola, un architetto vignaiolo new entry, due madame vignerons entrambe espressione di quanto di meglio possiate bere nei loro rispettivi circondari (Valpolicella allargata e Bardolino). Oh, Dei benevoli... E il prezzo di questa esperienza? La degustazione 25€ + 20€ per la cena.

Hobbit nella nebbia

Doveva essere una serata di impegno civile, dedicata al racconto della realtà del recupero dalla tossicodipendenza in una grande comunità come San Patrignano (la più grande al mondo, abbiamo appreso sorpresi), sostenuta economicamente senza l'ausilio di sovvenzioni pubbliche. Veicolo della riflessione erano i vini di "SanPa" e la cena (qui leggetevi il menu) ideata dal vulcanico Hobbit della Trattoria Pegaso: Adriano Liloni. La nebbia ha falciato le motivazioni dei molti, lasciando ai pochi eroi in grado di raggiungere Soprazzocco di Gavardo il piacere di una conversazione rilassata, forse un po' meno impegnata, sicuramente più concentrata sul vino e la cucina del piccolo grande Hobbit. Intorno alla tavola: Stefano Bariani, il responsabile commerciale della cantina di "SanPa", professionista della vendita con un cuore appassionato al vino di uva; l'agente di zona della cantina, Enzo Taglietti; Lorenzo Cairoli, autore-cacciatore di mille storie, alcune le dispiega nel suo blog "Un posto dove appendere il cappello", dove ci racconta come, sfidato da Antonio Tombolini, si stia preparando ad un prossimo "giro del mondo con 4.500 Euro" - se incontrerà storie di vino sui suoi passi (e se lui vorrà) le potrete leggere anche su Aristide; e poi lui, l'Hobbit di Gavardo, l'ispiratore dei "Sovversivi del Gusto" e di mille altre iniziative, blogger e "troglodita" (così lui ama definirsi), persona tra le più sensibili e con il cuore sempre oltre gli ostacoli: Adriano Liloni.

Come dice Lorenzo Cairoli, "si è parlato di more romagnole, biodinamici, e di giri del mondo". La punteggiatura era la seguente:

  • San Patrignano Vintàn 2005 IGT Bianco Rubicone, Sauvignon-Chardonnay
  • San Patrignano Aulente 2005 IGT Sangiovese Rubicone, Sangiovese 100%
  • San Patrignano Noi 2004 DOC Colli di Rimini Rosso, Sangiovese 60%, Cabernet Sauvignon 20%, Merlot 20%
  • San Patrignano Montepirolo 2003 DOC Colli di Rimini Cabernet, Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc

Vini buoni e corretti, forse ancora alla ricerca di una più marcata identità territoriale. Ci rassicurano che il futuro dei vini di San Patrignano sarà proprio in questa direzione. Ad Aristide è piaciuto in particolare il Montepirolo 2003.

Convivio in Pistoria sul Pinot Nero

Un gruppo di amici riuniti nella Confraternita del "Goto e Piron" (per quelli di New York: "bicchiere di vino & forchetta"), una saletta ricavata nel vecchio locale del forno (la "Pistoria") della Trattoria Caprini (a Torbe, qualche chilometro sopra Negrar, Verona), una tavola reale da 8 persone per 6 bottiglie di Pinot Nero, rese cieche dalla carta stagnola. Si parte in religioso silenzio (forse intimoriti dal taccuino di Lizzy, alias Elisabetta Tosi, in versione trasferta), si finisce in calorose "ciacole" (per quelli di New York: "chiacchiere"). Il propellente della socialità è questa volta il Re dei vini, Sua Maestà Pinot Nero.
Ecco cosa la Confraternita ha raccolto sul tavolo della Pistoria:

L'allegro panel di degustatori è stato concorde nel giudizio: su tutti, ancora la Borgogna con il Nuits St. Georges Premier Cru Les Murgers 2000. E una piccola-grande delusione: non giudicabile il Campo alle More di Gini, bottiglia difettata, causa misteriosa. Peccato.

Un'ultima cosa

Mi occorrevano fotografie mentali per questa settimana senza fotografie e video. Mi serviva ritornare sulla consapevolezza che questi momenti sono speciali grazie al vino, e alle persone che ci incontri. Colleghi che non parlano di lavoro a tavola, venditori con gli occhi ispirati da una missione nella quale il vino è parte di un riscatto per una nuova vita, architetti stregati dalle proprie uve, ristoratori sul margine di un bosco nella nebbia ma - guarda un po'! - con il ristorante sempre frequentatissimo, vignaioli affermati e ancora alla ricerca della realizzazione del loro vino ideale, e scrittori e giornalisti e appassionati. Gente come voi, come me, legati da questo mistero che è il vino. Amici che avete la passione del vino ma non osate. Fatelo, uscite di casa, uscite la sera dalle vostre gabbie dorate, dedicatevi a questa passione. Troverete tanti tesori, condividerete tante storie. Non è retorica il motto della Confraternita del Goto e Piron: "nella vita ci sono due cose importanti: il vino e gli amici con cui berlo... alla Vostra".

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