Andalusia, gran terra di vino

Jerez_uva_1 Rieccomi al desk di Aristide, di ritorno da una breve vacanza in Andalusia, Spagna. Ammaino la testata natalizia (grazie ancora a tutti per i complimenti ricevuti) e isso una sobria testata post-festiva, adorna di tappi, per ricordare a noi tutti le buone bottiglie aperte in questo periodo di festa.

Amici, che gran luogo del vino è l'Andalusia. Granada, Malaga (Malaga Naturalmente Dulces), Almería, Jerez de La Frontera e Cadice (Marco del Jerez o Sherry), Huelva (Condado de Huelva), Jaén, Córdoba (Montilla-Moriles), Siviglia. E quali notevoli progressi stanno compiendo gli amici spagnoli: nel vino, ma anche nella qualificazione dell'offerta turistica insieme alle infrastrutture (viabilità, telecomunicazioni, sistema finanziario, ecc.).

Ciò che colpisce di questa regione è la grande varietà di tipologie di vino che l'Andalusia è in grado di offrire, nonostante la latitudine alla quale crescono le vigne - si parla spesso qui di viticoltura "estrema".

El_gallo_azulScrive Javier Maldonado Rosso, co-autore dell'appena pubblicato "Las rutas del vino en Andalucía" (Le radici del vino in Andalusia) in uno spagnolo facilmente comprensibile:

"Andalucía es tierra de vinos blancos, tintos [rossi] y rosados; de vinos secos, semisecos, semidulces y dulces; de vino de aperitivo, de mesa [tavola], de postre [dessert], de merienda y de copeo nocturno; de vinos de pasto, generosos, de licor, espumosos...; de vinos dulces naturales y vinos naturalmente dulces; de vinos jóvenes y de crianza [maturazione, invecchiamento]; de vinos de añadas y de criaderas y soleras [tecnica enologica del sistema di maturazione]; de vinos especiales; de vinos de crianza físico-quimíca y de crianza biologíca bajo velo de flor..."

Crianza_biologica La natura in Andalusia pone sfide estreme alla viticoltura (temperature ed escursioni termiche, tipologia dei suoli: gessosi, argillosi e sabbiosi) così come all'enologia (fermentazioni, affinamenti, conservazione e invecchiamento). L'addomesticazione della vitis silvestris (presente in Andalusia prima dell'ultima grande glaciazione, circa 180.000 anni fa) in vitis vinifera non è facilmente databile: a Mazagón (Huelva) sono stati rinvenuti resti di pollini di vitis vinifera risalenti al III millenio A.C. Si tratta, probabilmente, della prova che l'Andalusia è stata tra le primissime culle del vino in Europa. Di certo, per quanto interessa a noi oggi, in Andalusia risiede una cultura agronomica ed enologica assai antica e messa alla prova dall'esperienza di condizioni climatiche assai particolari.

Basti pensare al tipo di impianti delle vigne o alla particolarissima fermentazione "crianza biologíca bajo velo de flor": il flor è lo strato di micro-organismi vivi (saccaromiceti, lieviti e batteri) che copre il vino durante la fermentazione in botte; tipico fenomeno dei vini della zona occidentale dell'Andalusia come Huelva, Siviglia e Jerez, i cui campioni sono il Fino e il Manzanilla di Sanlúcar de Barrameda, i vini più secchi e più pallidi, da consumarsi giovani. Solera O il sistema di affinamento "solera", nato proprio in Andalusia. O l'Amontillado, lo stadio successivo dell'invecchiamento del Fino, generato da un'evoluzione spontanea  o indotta artificialmente del flor.

Completa il quadro la regione di Malaga, oggi soggetta ad una sorprendente fase di sviluppo e ripresa dopo la profonda crisi nella quale era precipitata. Malaga era famosa in tutto il mondo per i suoi vini da dessert, provenienti dai vitigni Pedro Ximénez e Moscatel. I protagonisti del nuovo sviluppo del Malaga sono un mix di nuovi viticoltori pionieri (in qualche caso anche di provenienza straniera) e di buone competenze tecniche tra gli esperti delle case vinicole storiche, il tutto unito a nuove idee ed energie imprenditoriali. A Malaga stanno investendo nella qualità dei vini dolci naturali tradizionali e nell'innovazione per nuove tipologie degli stessi, sviluppando nel contempo anche la base del mercato con la riproposizione di varietà, già esistenti, per la produzione di vini da tavola (vinos de mesas) di qualità.

Non molto tempo fa, nelle cronache dal Wine Festival di Merano vi parlai del Malaga Moscatel Reserva de Familia 2002, della Bodegas Malaga Virgen Lopez Hermanos, un Moscatel, o Moscato d'Alessandria, fortificato (addizionato di alcool) ma a soli 14,5% vol. Un amico spagnolo, Joan Gómez Pallarès, nel suo blog De Vinis Cibisque ci ha raccontato le qualità di un vino dell'Axarquía (sotto-denominazione e regione a nord-est di Malaga), l'Ariyanas 2005 della Bodegas Bentomiz. Un vino bianco di Moscatel in purezza, "naturalmente dulce", secondo Joan addirittura migliore di un altro famoso Malaga, il Molino Real di Telmo Rodríguez.

Insomma, sono cronache che sembrano confermare la vera riscossa del Malaga.

Las_rutas_del_vino_en_andaluciaQuesto mio viaggio è stato assai breve, ma ricco di spunti, sensazioni e sollecitazioni a tornare per approfondire la conoscenza di questa terra meravigliosa che è l'Andalusia.

Nel frattempo, ne approfitto per segnalarvi la lettura di un libro già richiamato sopra, Las rutas del vino en Andalucía - Le radici del vino in Andalusia. Autori: Javier Maldonado Rosso, José Marchena Domínguez e Ana Gómez Díaz-Franzón. Il libro è edito dalla Fundación José Manuel Lara. A €21.90 è un'ottima occasione di approfondimento sulla vitivinicoltura andalusa e un ottimo strumento per pianificare un prossimo viaggio colà.

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Le foto di questo post:
- un'insegna in pietra all'entrata di un palazzo nel centro di Jerez de la Frontera;
- El Gallo Azul, il bar della Bodegas Pedro Domecq in pieno centro a Jerez: Sherry della casa in mescita e tapas a volontà;
- il flor formatosi all'interno di una botte;
- lo schema del metodo Solera.

Aristide al secondo anno: si brinda

Pausa!