Rotazioni polifenoliche: benvenuto Quadrato

Aristide vi prega di dare il benvenuto a Fabio Tavazzani, alias Quadrato. Amico e grande esperto di vini e gastronomia (in assoluto, è il massimo esperto "non professionista" che io conosca), Fabio fa un po' parte del "codice genetico" di questo blog: da qualche anno mi gratifica delle sue acute osservazioni e competenti indicazioni e suggerimenti sui vini di mezzo mondo, arrivando a motivarmi nell'idea di aprire Aristide, il blog sul mio personale viaggio nel vino. Un vero maestro, un caro compagno di viaggio, una nuova voce libera e indipendente che mi affianca. Per questo assumerà l'alias di Quadrato, il grande apologista che insieme ad Aristide predicava nell'Atene del II sec. d.C.
E, tanto per giocare con Euclide, la rubrica di Quadrato si intitolerà "Rotazioni Polifenoliche".

Diamogli un caloroso benvenuto.

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Chignin, il reportage

Il mondo del vino allarga ogni giorno le sue frontiere a nuovi Paesi. Entrano nelle nostre enoteche vini sudafricani, neozelandesi, cileni, argentini. Californiani ed australiani sono da anni una realtà affermata.

Per chi è alla ricerca della conoscenza e del "sapere" si tratta di una continua provocazione che conferma la nostra inesperienza ma anche l'esistenza di spazi infiniti aperti alla curiosità.

Curiosità, sete (di sapere), colori, sapori e profumi di terre lontane guideranno molte rotazioni di Quadrato, senza affatto dimenticare il cuore pulsante dell'enologia mondiale che continua ad essere la vecchia Europa, con Francia ed Italia in prima linea.

Ed allora, partiamo dalla Francia ma non da quella "scintillante" e prestigiosa dei borgogna e degli chablis ma da quella di provincia, da quella dei villaggi che sono più vicini ad un mondo fatto di contadini prima e più che di manager del vino.

Chignin_village Parliamo di Chignin, paesino della Savoia adagiato nella valle che da sud porta verso la sponda francese del lago di Ginevra con un'autostrada che funge da spina dorsale e che sembra essere l'unica concessione alla sfacciataggine delle opere moderne. Tutt'intorno un piede montano costellato di vigneti che sale dolcemente verso pendii rocciosi più ripidi ed inospitali.

Il tempo disponibile ci ha consentito di visitare due produttori ben rappresentativi del territorio e dell'offerta enologica. Abbiamo assaggiato due bianchi, Chignin Blanc e Chignin Bergeron, provenienti rispettivamente da uve Jacquère e Bergeron-Roussane. Poi un rosso: Chignin Mondeuse da uve Mondeuse.

Lo Chignin Blanc è un bianco decisamente secco, piacevole, di medio corpo adatto per aperitivi e fritture di pesce d'acqua dolce. Interessante, soprattutto in rapporto al prezzo di cantina che si aggira intorno a 6 euro, dovrebbe invecchiare bene per un paio d'anni, forse tre ma ritengo che possa esprimere bene il suo carattere anche nell'annata più recente. Noi abbiamo degustato sempre e solo l'annata 2005 e l'abbiamo trovato pronto.

Chignin_bergeron Lo Chignin Bergeron è altra cosa: profumato, di buona struttura, ben supportato dagli zuccheri e dall'alcol è morbido e suadente ma non strizza per niente l'occhio ai bianchi da uve surmature che poi non sono accostabili ai nostri cibi tradizionali e quotidiani.

Dello Chignin Bergeron abbiamo assaggiato il 2005 e 2004 non passati in legno ed abbiamo preferito il 2005. La versione in legno del 2004 (non una grande annata) denota l'assoluta dominanza delle note tostate ed è poco piacevole mentre ci ha affascinato un fantastico 2005 (ancora in botte dove sosterà ancora qualche mese) che già oggi promette meraviglie.

Chignin_bergeron_les_fils Insomma, lo Chignin Bergeron è un grande bianco che può invecchiare cinque e più anni, ad un prezzo di cantina spesso inferiore ai 10 euro che si accompagna bene a pesci e carni bianche con salse, molluschi e crostacei ma che, come aperitivo, non vi deluderà!

Per quanto riguarda i rossi, segnalo lo Chignin Mondeuse che si colloca intorno ai 9 euro e può ben invecchiare. Dotato di buona struttura e discreto supporto aromatico, molto piacevolmente speziato e con forti richiami al pepe nero, potrebbe spingerci a dissertare se ricorda frutti di bosco e cassis oppure cuoio e vaniglia, ma preferiamo lasciare questi inutili esercizi e virtuosismi a coloro che hanno frequentato il 1°corso da sommelier ed hanno già annusato 50 essenze diverse e ben 30 vini nei quali riconoscono alla perfezione le note delle loro 50 essenze, anche se non riescono ad articolare un semplice "è buono" essendo realmente sicuri di non sbagliare. Attenzione, ho detto "è buono" non "mi piace" che già sarebbe un passo avanti importante.

Bene, torniamo al nostro Chignin Mondeuse: assaggiatelo per curiosità e cultura, è un vino piacevole ma non importante e forse il tempo potrà mitigare certi effetti di gioventù che non sono facili da eliminare: una certa astringenza, tannini poco dolci con note verdi non compiutamente bilanciate dalle note tostate della botte. Insomma, un vino curioso che ricorda a suo modo un Rossese di Dolceacqua, vino nostrano che come il Mondeuse è particolarmente adatto a  grigliate di carne con buona presenza di maiale e salsiccie pepate.

1. Domaine Les Fils de René Quenard
Le Celliers des Tours
73800 CHIGNIN
fils.rene.quenard@wanadoo.fr
+33 04 79280115

2. Domaine Raymond Quenard
Le Villard les Tours
73800 CHIGNIN
raymond.quenard@club-internet.fr
+33 04 79280146

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Le foto di questo post:
- il villaggio di Chignin, Savoia
- due etichette di Chignin Bergeron delle cantine visitate da Quadrato (cliccare per ingrandire).

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