Blog & Vino al Vinitaly (2.a parte)

3Dopo avervi raccontato l'essenza degli interventi principali alla tavola rotonda "Blog & Vino" tenutasi al Vinitaly, riserveremo questo secondo (e conclusivo?) post ad alcune riflessioni basate sulle interessanti osservazioni riportate da Lorenzo Lombardi, un professionista del settore Information & Communication Technology (ICT), il quale, avendo partecipato alla tavola rotonda, ha sviluppato queste considerazioni sul proprio blog (estratto dal suo post, vi consigliamo di leggere anche i commenti a seguire):

"A questo punto passiamo alle due domande che poi erano il tema centrale dell’incontro:

  • Il blog è uno strumento adatto ad un appassionato di vino che vuol raccontare storie, notizie, etc.?
  • Il blog è uno strumento adatto ad un’azienda vinicola per creare un rapporto con i propri clienti?

8 La mia personale è modesta opinione mi porta a pensare che la risposta alla prima domanda sia assolutamente si, alla seconda invece io risponderei no, anche se in contrasto con quanto detto da Slawka G. Scarso nel corso dell’incontro.

Il blog come strumento per gli appassionati
Come evidenziato e raccontato da Franco Ziliani (http://www.vinoalvino.org/) e Giampiero Nadali (http://www.aristide.biz/) il blog è una grande occasione ed un grande strumento per raccontare storie, pareri, informazioni, etc. Un appassionato di vino e un giornalista possono raccontare le proprio storie o pubblicare i propri articoli che possono essere poi commentati da altri utenti creando quella che viene definita una comunità.

Il blog come strumento per le aziende
Partiamo da un presupposto ben evidenziato da Giampiero Nadali: pubblicare un sito internet traducendo le locandine in pagine Web non è una buona idea tanto meno un buon investimento. Nell’era del Web 2.0 gli utenti si attendono dei servizi!

Tornando al blog però secondo me va fatta una considerazione. Quando parliamo di articoli, o post, che vengono pubblicati, ci aspettiamo che questi articoli abbiano alcune caratteristiche:

  • Siano frutto di un’idea spontanea;
  • Siano liberi da possibili influenze dettate dall’interesse.

23 Attenzione, non ci aspettiamo per forza professionalità nel modo di presentare e di scrivere, ma sincerità. Allora la domanda è: si può permettere un’azienda di essere sempre sincera e spontanea? Se la vendemmia è andata male si può permettere di dire ai propri clienti che forse quell’annata non è un granché? O si può permettere che in un post di presentazione di un vino ci sia qualcuno che commenta in maniera negativa? Io non credo. La soluzione sarebbe quella di moderare o non permettere i commenti, ma allora che blog ne risulterebbe? Allora che differenza ci sarebbe fra un blog è una pagina delle news?

Per questo ritengo che il blog non sia lo strumento adatto ad un’azienda. Vero però che il blog è uno strumento, un tipo di sito Internet. Investire in Internet con servizi e strumenti diversi dal blog può essere un grande canale di comunicazione verso i propri clienti e un’opportunità che le aziende di vino, come altre aziende di altri settori economici, non possono e non devono farsi scappare. L’e-commerce ad esempio.

L’importante è non ripetere, anche se in piccolo, il boom di Internet degli anni ’90 in cui tutti pensavano che l’importante fosse esserci. La storia a dimostrato che non è cosi. Investire su Internet vuol dire fornire contenuti e servizi innovativi al di là delle strutture o delle tecnologie impiegate".

15 Fin qui, dunque, le opinioni di Lorenzo Lombardi.
Spunti interessanti.
Mi sembra ci sia poca discussione sulla prima domanda ("Il blog è uno strumento adatto ad un appassionato di vino...?"), mentre la nostra attenzione si concentra su quanto sia "adatto" il blog per le aziende vitivinicole.

Secondo Lombardi le aziende per loro natura non sono sincere, quindi il blog per loro è inutile. Ci sembra una semplificazione eccessiva, che non risolve una questione un po' più complessa, sfociante nel campo dell'etica degli affari e fors'anche in una certa visione e concezione dell'economia di mercato.

Aristide è convinto che, come tutti gli strumenti o le invenzioni dell'uomo (notoriamente privi di anima i primi, non esenti da rischi le seconde), il blog possa essere pericoloso se mal utilizzato, utilissimo e decisivo se ben impiegato. Tutto parte dalle intenzioni e da alcune caratteristiche "genetiche" dell'impresa: persone scorrette e disoneste, useranno il blog come meglio sanno; persone presuntuose e prevaricatrici ricaveranno dal blog effetti terapeutici per se stessi e la loro vanità ma non avranno un gran dialogo con i loro interlocutori; persone aperte al confronto e trasparenti, con il giusto grado di umiltà e curiosità verso il nuovo e diverso, ricaveranno dal blog grandi vantaggi; persone aperte allo scambio di conoscenza e know-how specifico (fino al limite dei propri segreti "industriali" o "artigianali"), aperte all'innovazione e alla competizione positiva, con il blog legheranno a sè gli interlocutori e fidelizzeranno meglio i clienti in una comunità dinamica.

20 Tutto parte da chi è l'impreditore, cosa vuole comunicare, cosa è disposto a cedere per imparare cose nuove, ecc. La tecnologia, Internet, la banda larga, con tutto questo non c'entrano proprio nulla.

Centrali sono le qualità dell'imprenditore e la propensione a correre una misura accettabile di rischi. Crediamo esista sempre un equilibrio possibile tra il perseguire obiettivi di qualità ed eccellenza ed obiettivi di risultato economico positivo e benessere per il produttore: si tratta di mettere al centro il "fattore umano", quel "tocco personale" che ha a che fare con la propria identità e capacità di fare leva sulle differenze, che qualunque azienda può imparare a gestire e fare proprio. Spesso ci si nasconde dietro procedure burocratiche, regolamentazioni o certificazioni della qualità che possono impressionare qualche ingegnere (con tutto il rispetto per l'onorata categoria) ma così poca differenza creano agli occhi del consumatore o del cliente.

Su questo aspetto "caldo", il fattore umano, interviene in definitiva il blog.

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Le foto di questo post:
- la sala teatro della tavola rotonda;
- alcuni dei relatori (da sin. a des.: Crociani, Ziliani, Turri, Nadali);
- Valentino Viviani, Presidente del Comitato per il Palio del Recioto;
- tra gli intervenuti al dibattito, Barbara Brandoli, curatrice del forum DiVino Scrivere;
- riconosciamo sulla destra Nerina Di Nunzio (Cosa succede in città? / Gambero Rosso) e Alberto Mion, Sindaco di Negrar. Roberto Giuliani di LavBlog ci ricorda che è lui, seduto in basso a sinistra.

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